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perché attribuiscono un figlio al Compassionevole.

Hamza Roberto Piccardo

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Non si addice al Compassionevole prendersi un figlio.

Hamza Roberto Piccardo

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Tutte le creature dei cieli e della terra si presentano come servi al Compassionevole.

Hamza Roberto Piccardo

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Egli li ha contati 1e tiene il conto

Hamza Roberto Piccardo

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e nel Giorno della Resurrezione ognuno si presenterà da solo, davanti a Lui.

Hamza Roberto Piccardo

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In verità il Compassionevole concederà il Suo Amore a coloro che credono e compiono il bene.

Hamza Roberto Piccardo

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Lo rendemmo facile alla tua lingua, perché tu annunci la lieta novella 1ai timorati e avverta il popolo ostile.

Hamza Roberto Piccardo

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Quante generazioni facemmo perire prima di loro 1! Ne puoi ritrovare anche uno solo o sentire il minimo bisbiglio 2?   3 Relativamente alla figura di Maria, madre di Gesù, assistiamo nella società giudaico- cristiana a un deprimente spettacolo, peraltro paradigmatico delle laceranti contraddizioni che questa società esprime con drammaticità. Da un lato, da parte della cultura cosiddetta «laica», la negazione della sua virginale concezione di Gesù (pace su di lui), offensiva, netta, stolidamente «scientifica», dall’altro l’appellativo di «madre di Dio», il culto mariano fatto di immagini ed ex voto, di rosari e scapolari, di apparizioni e di santuari. Maria, per noi musulmani, è la donna tramite la quale Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ha voluto dare un segno particolare «In verità o Maria Allah ti ha prescelta; ti ha purificata e prescelta tra tutte le donne del mondo» (III, e il segno è stato Gesù suo figlio, nato per volontà dell’Altissimo, divina creazione nella generazione umana, «…un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra» (XIX, 21). Tutta la vicenda di Maria è dolcemente contraddistinta dall’abbandono ad Allah e da una purezza delle intenzioni che ne fa una figura angelicata; l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse che Maria, insieme a Fatima, Khadîja e ‘Asiya (la sposa di Faraone che salvò Mosè dal Nilo) è una delle signore del Paradiso. 4 Sul significato di queste lettere, vedi Appendice 5 Vedi sura III, 38-e le note. 6 Traduciamo con «parenti» il termine «mawàlia», che significa anche «eredi stretti» o «colleghi». 7 Zaccaria teme che, dopo la sua morte, il culto di Allah non venga assolto nella maniera corretta. Non ha un figlio che possa ereditare la sua funzione sacerdotale e chiede che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) susciti un uomo da Lui illuminato. 8 In arabo Yahyà, vedi nota a III, 9 «tre notti»: nel senso di tre giornate. 10 II miracoloso colloquio riferito nei versetti che precedono, avviene in quello che il Sacro Testo definisce «mihrâb» e che abbiamo tradotto «oratorio» tenendo conto che tutto ciò avviene in un tempio. Nel lessico islamico questo termine indica la nicchia, in direzione della Qiblah davanti alla quale si pone l’imàm durante l’esecuzione della preghiera comunitaria. 11 Con un salto spazio-temporale tipico dello stile narrativo del Santo Corano, in questo passo è Allah (gloria a Lui l’Altissimo), che si rivolge al Suo profeta Giovanni. 12 «Ricorda Maria nel Libro»: come dire: «Menziona Maria nel Corano»; la stessa forma imperativa la ritroveremo più avanti riferita ad Abramo, Mosè, Ismaele e Idris. A proposito della posizione islamica rispetto a Maria vedi nota introduttiva. 13 «il Nostro Spirito»:l’angelo Gabriele (pace su di lui). 14 Secondo alcuni commentatori, che interpretano in tal senso un detto di Ibn ‘Abbâs, la gestazione di Maria non durò più di un’ora. Altri, e sono la maggioranza, ritengono invece che fu una gravidanza del tutto normale. 15 La voce di un angelo o dello stesso Gesù che, appena nato, si rivolse a sua madre per confortarla. 16 «scuoti il tronco»: certamente Allah (gloria a Lui l’Altissimo) avrebbe potuto far cadere i datteri direttamente su Maria e invece le chiede uno sforzo personale, un atto di volontà. Nella vita dei devoti l’abbandono ad Allah non deve impedire il fatto di essere presenti a se stessi, volitivi e attivi. E comunque presente è operante la volontà miracolosa dell’Altissimo; si trattava del tronco di una palma secca. 17 «rinfrancati»: lett. «rinfresca il tuo occhio». La freschezza dell’occhio in arabo è sinonimo di soddisfazione, sollievo, profondo piacere dello spirito. 18 In arabo e in generale nelle lingue semitiche (ebraico, aramaico ecc.) i termini: figlio o figlia di…, padre o madre di…, fratello o sorella di… non presuppongono necessariamente quel legame di parentela, ma anche un concetto di affinità per ragioni etnicotribali o sostanziali (vedi anche nota a III, 7); «sorella di Aronne»: in questo caso sottointende l’appartenenza di Maria alla discendenza del fratello di Mosè (pace su di entrambi). 19 Vedi Appendici e 20 «Poi le sette…»: il Corano accenna alle divisioni esistenti tra i cristiani ai tempi della sua rivelazione. 21 II Giorno della Resurrezione. 22 A proposito di Abramo vedi introduzione dell’omonima sura XIV; per quello che riguarda l’espressione con cui inizia il versetto vedi sopra nota al vers. 23 Si tratta del monte che ha la massima valenza spirituale, il Sinai. 24 La tradizione islamica identifica Idris con l’Enoch della Bibbia. Fu uno dei patriarchi, era figlio di Caino e padre di Matusalemme. Il suo nome significherebbe «il dotto» e la tradizione gli attribuisce l’inizio di importanti tecniche umane: la scrittura con un calamo, il cucire e il cavalcare. 25 «Lo elevammo in alto luogo»: Ibn ‘Abbàs (che Allah sia soddisfatto di lui) disse che questa espressione significa che Idris fu elevato da Allah (gloria a Lui l’Altissimo) al sesto cielo. Altri commentatori ritengono che sia un’allusione al Paradiso stesso. 26 Durante la recitazione canonica del Corano in questo punto vi è una «sajda», prosternazione. Vedi in Appendice l’elenco delle prosternazioni. 27 «nell’invisibile»: «bi-ghayb»: in ciò che non cade sotto l’esperienza dei nostri sensi. 28 La tradizione riferisce che questo versetto scese per rispondere a Muhammad (pace e benedizioni su di lui) che aveva chiesto a Gabriele di aumentare la frequenza delle sue visite per rendere più intenso il rapporto con il Wahy (la rivelazione). 29 «Conosci qualcuno…»: che possa attribuirsi il nome «Allah». 30 «Li riuniremo tutti i miscredenti.» 31 «di bruciarvi»: nell’Inferno. 32 Disse l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) che nel Giorno del Giudizio ogni uomo dovrà passare su di un ponte gettato sull’Inferno. La facilità e la rapidità di questo transito sull’abisso infernale dipenderà dal carico di peccati di ognuno: ci sarà chi passerà in un lampo, chi come un colpo di vento, chi come cavalcando un veloce destriero, chi camminando, chi ginocchioni. I peggiori saranno afferrati dagli angeli e saranno precipitati negli Inferi. 33 «Quale dei due partiti»: i politeisti meccani si burlavano dei musulmani sbandierando la loro ricchezza e il loro prestigio sociale. 34 «Le buone tracce»: le buone azioni sono come tracce imperiture del passaggio dell’uomo nella vita terrena. 35 A proposito del fatto cui alludono i verss. 77-Tabarì (XVI, 120-afferma che si riferiscono ad un notabile Quraysh che rifiutò il pagamento di debito nei confronti di un musulmano dicendo ironicamente: «… aspetta che resusciti, avrò certamente beni e figli e pagherò quello che ti devo». 36 «ciò di cui parla»: i beni e i figli del vers. (vedi anche la nota). 37 «il computo»: dei loro misfatti. 38 «li ha contati…»: Allah ha contato gli esseri che ha creato (Tabarì XVI, 132). 39 «Lo rendemmo…»: il Corano fu rivelato nella lingua che Muhammad (pace e benedizioni su di lui) conosceva in modo che il suo compito fosse facilitato e il messaggio risultasse inequivocabile. 40 «prima di loro»: i meccani che rifiutavano il messaggio recato da Muhammad (pace e benedizioni su di lui). 41 La sura termina con un severo monito che ricorda il destino di coloro che incorsero nel castigo di Allah (gli ‘Âd, i Thamùd, la gente di Sodoma e Gomorra ecc.). Di queste genti nessuno rimase in vita.

Hamza Roberto Piccardo

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