Egli è Allah, il Creatore, Colui che dà inizio a tutte le cose, Colui che dà forma a tutte le cose. A Lui [appartengono] i nomi più belli. Tutto ciò che è nei cieli e sulla terra rende gloria a Lui. Egli è l’Eccelso, il Saggio.
1 La gran parte di questa sura si riferisce all’episodio della cacciata da Medina del clan degli ebrei Banì Nadir, avvenuto nel IV anno dall’Egira (d.C.). La tradizione ci ha riferito questa dinamica dei fatti. L’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) si era recato presso i notabili del clan ebraico, alleato con la tribù araba degli Aws. Mentre conversava con loro gli apparve Gabriele (pace su di lui) che, visibile a lui solo, lo informò che i Banì Nadir stavano preparandogli un agguato mortale e che pertanto doveva allontanarsi immediatamente. Muhammad si alzò e se ne andò, seguito poco dopo dagli altri credenti che lo avevano accompagnato. Il fatto avvenuto era molto grave e confermava il sospetto che i Banì Nadir avessero accettato il patto con il Profeta con la segreta intenzione di non rispettarlo e che avessero stabilito accordi con i Quraysh della Mecca per aiutarli contro l’Inviato di Allah e contro i musulmani. La decisione del Profeta fu rapida: i Banì Nadir dovevano abbandonare la città entro dieci giorni, pena la morte. Nella vicenda intervenne il capo degli ipocriti di Medina, il noto Abdallah Ibn Ubay, che invitò gli ebrei a respingere l’ultimatum e promise loro il suo aiuto e quello di alcuni clan arabi nemici dei musulmani. Ritrovata un po’ di baldanza i Banì Nadir interruppero i preparativi della partenza e consolidarono le difese delle loro fortezze in previsione dell’assedio dei musulmani. Appena informato dei fatti, l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) ordinò ai credenti di armarsi, quindi li radunò e li condusse fin sotto le fortezze dei Banì Nadir nella parte meridionale dell’oasi medinese. Dopo quindici giorni di assedio, traditi dai loro alleati, minati dalle discordie interne e indeboliti dal terrore che incutevano loro i musulmani, gli ebrei si arresero senza condizioni e furono esiliati. Ottennero di portare con loro solo quello che poteva essere trasportato dai loro cammelli. In base ad una precisa rivelazione (verss. 6-che divenne norma giuridica, il bottino preso spettava all’Inviato di Allah affinché ne disponesse al meglio per le esigenze della comunità. Così avvenne e diede modo al Profeta di sollevare dalla miseria una gran parte degli emigrati meccani che per seguirlo nell’Egira avevano abbandonato le loro case e perso tutti i loro beni.
2 «in occasione del primo esodo»: abbiamo tradotto con «esodo» il termine «hashr» che, in primo luogo, esprime il concetto di «circondare, assediare e anche radunare». A proposito del significato di «primo», ci sono pareri diversi. Alcuni ritengono che si riferisca al fatto che i Banì Nadir dopo essere stati scacciati da Medina si rifugiarono a Khaybar, da dove sarebbero stati scacciati due anni più tardi. Altri, invece, propendono per il significato di «raduno» e ne ipotizzano un secondo nel Giorno del Giudizio.
3 «demolirono…»: in base all’accordo di resa i Banì Nadir portarono con loro quello che poteva essere caricato sui loro cammelli, persino le porte e gli architravi delle case.
4 «si opposero»: lett. «si separarono». Uno è Allah, una la religione, una la comunità dei credenti. Chi si oppone a questi princìpi, in realtà, si «separa» da Allah, dalla religione e dai credenti.
5 «Tutte le palme…»: durante l’assedio alle fortezze dei Banì Nadir (vedi la nota i musulmani abbatterono alcune palme per esigenze strategiche. Questo fatto colpì profondamente gli assediati in ciò che più stava loro a cuore, l’amore per le loro ricchezze. Sperando di salvare gli alberi per poterli recupare in un futuro che ritenevano prossimo, i Banì Nadir si arresero e abbandonarono Medina.
6 «fu con il permesso di Allah»: in occasione dell’Egira, l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) sacralizzò il territorio dell’Oasi di Yathrib che diventò così «Al- Medìnatu-n-Nabiy», (la Città del Profeta) «al-Munawwarat», (Quella che irradia la luce). La sua selvaggina era protetta dalla caccia e non si potevano tagliare gli alberi che esistevano sul suo territorio. La deroga concessa in occasione dell’assedio ai Banì Nadir venne direttamente dall’Altissimo (gloria a Lui) che con questo passo della rivelazione lo rese noto a tutti i credenti.
7 In questo versetto é contenuto il fondamento della norma sciaraitica relativa al «Fay »,il bottino che viene conquistato per la resa o la fuga del nemico, senza che ci sia stato combattimento. Esso appartiene interamente all’insieme della Comunità e il suo capo ne decide insindacabilmente la destinazione.
8 Il versetto ci riferisce dei conciliaboli tra i Banî Nadîr (vedi nota al titolo) e gli ipocriti di Medina e delle false profferte di solidarietà da parte di questi ultimi.
9 «coloro che di poco li precedettero»: allusione al clan ebraico del Banî Qaynuqà che era stato cacciato da Medina un paio di anni prima (a proposito dei clan giudaizzati di Medina vedi anche nota II, 85).