٢١

Di’: «In verità non posso né nuocervi, né giovarvi».

Hamza Roberto Piccardo

٢٢
Di’: «In verità nessuno potrà proteggermi da Allah e mai troverò rifugio all’infuori di Lui,

Hamza Roberto Piccardo

٢٣
se non comunicando, in Nome di Allah, i Suoi messaggi». Coloro che disobbediranno ad Allah e al Suo Messaggero, avranno il fuoco dell’Inferno e vi rimarranno in perpetuo per sempre.

Hamza Roberto Piccardo

٢٤
Quando poi vedranno quello che è stato promesso loro, allora sapranno chi avrà avuto l’alleato più debole e [chi sarà stato] numericamente esiguo!

Hamza Roberto Piccardo

٢٥
Di’: «Io non so se quello che vi è stato promesso è imminente o se il mio Signore vorrà ritardarlo:

Hamza Roberto Piccardo

٢٦
[Egli è] Colui Che conosce l’invisibile e non lo mostra a nessuno,

Hamza Roberto Piccardo

٢٧
se non a un messaggero di cui Si compiace, che fa precedere e seguire da una guardia [angelica],

Hamza Roberto Piccardo

٢٨
per sapere se [i profeti] hanno trasmesso i messaggi del loro Signore. Gli è ben noto tutto ciò che li concerne e tiene il conto di tutte le cose». 1 Gli esegeti propongono diverse versioni a proposito della rivelazione di questa sura. La più accreditata riferisce che di ritorno da Tà’if (vedi nota al titolo della sura xvii) l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) recitò nella notte qualche parte del Santo Corano. La sua recitazione fu udita da un gruppo di dèmoni che toccati dall’intrinseca potenza di quelle parole, lo riconobbero come profeta e si convertirono all’IsIàm. Creature invisibili, i dèmoni vennero creati a partire dal fuoco e più esattamente dalla parte più pura di esso, la linguetta di energia che non emette fumo e che si trova sull’estremità della fiamma. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) nel Corano li nomina ben trentuno volte. I dèmoni hanno volontà propria e libero arbitrio e vivono in un mondo contiguo ma separato da quello degli uomini, al quale hanno accesso attraverso meccanismi e varchi preclusi ai figli di Adamo. 2 «una Lettura»: lett. «un Corano». 3 «Uno stolto dei nostri»: Iblìs-Satana. 4 Riferisce Tabarì (xxix,08-che il versetto si riferisce alla superstizione degli arabi preislamici i quali pronunciavano una formula di richiesta di protezione attribuendo ai dèmoni uno speciale potere su particolari luoghi. 5 Tabarì predilige un’altra interpretazione del verbo «ba‘atha» che condurrebbe a questa traduzione: «…che Allah non avrebbe inviato alcunché». 6 Vedi nota a xxvi, 6-7 Secondo la tradizione, i dèmoni un tempo potevano ascendere al cielo; questa possibilità fu loro preclusa alla nascita di Muhammad (pace e benedizioni su di lui). 8 Anche prima di aver ricevuto la rivelazione coranica, i dèmoni erano ben consci della potenza divina e della loro condizione di creature sottoposte comunque alla Sua volontà. 9 «musulmani»: cioè sottomessi alla volontà di Allah (gloria a Lui l’Altissimo). 10 L’acqua rappresenta sempre l’abbondanza alimentare e in generale il benessere; la Retta via è l’IsIàm e in questo percorso spirituale le creature saranno tentate e messe alla prova. 11 Secondo una tradizione, i dèmoni si recarono presso l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) e gli dissero: «Come possiamo accedere alla tua moschea e prendere parte all’orazione dietro di te quando ci troviamo in un luogo remoto?». In conseguenza a ciò fu rivelato questo versetto il cui senso ha la sua chiave di lettura nel significato letterale del «masàgid»: luogo in cui si pratica il «sujùd», la prosternazione. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) rispose ai dèmoni che ogni luogo in cui veniva assolto il culto all’Unico era da considerarsi moschea. 12 I dèmoni che si affollavano attorno all’Inviato di Allah per ascoltarlo come affermano alcuni esegeti o i pagani di Taif che gli furono materialmente ostili o ancora, e più in generale, uomini e jinn ostili e miscredenti che cercavano di impedirgli di assolvere alla sua missione? Allah ne sa di più.

Hamza Roberto Piccardo

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