Conoscitore dell’invisibile e del palese, l’Eccelso, il Saggio.
1 «il Giorno del reciproco inganno»: Quelli che credevano di poter ingannare Allah (gloria a Lui l’Altissimo) si renderanno conto che Egli li ha ingannati lasciandoli persistere nella loro colpevole miscredenza. I miscredenti, che ritenevano di godere la vita a differenza dei credenti, che governavano le loro passioni terrene per guadagnarsi il favore di Allah, si accorgeranno di essere stati ingannati da questi ultimi, che godranno il premio eterno della loro fede.
2 Tutto quello che accade all’uomo avviene con il permesso del Suo Creatore (gloria a Lui l’Altissimo). Il credente sa che tutto avviene per il suo bene, in questa vita o nell’altra o in entrambe. A differenza di chi non crede, il cuore del devoto è sereno nella sofferenza, fermo nella difficoltà, equilibrato nel benessere. Il musulmano ha del suo Signore la più alta considerazione e sa che anche la sventura è solo un fatto episodico, all’interno di un progetto di salvezza che il Misericordioso ha stabilito per lui. Ispirandogli queste certezze spirituali «Allah guida il cuore di chi crede in Lui».
3 Le spose e i figli, gli affetti della vita terrena possono distogliere, in modo grave e continuato, dal ricordo di Allah. L’esegesi afferma che il versetto si riferirebbe ad alcuni meccani che non emigrarono con l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) cedendo alle resistenze e alle pressioni dei familiari miscredenti e, nel contempo, a qualche medinese che temendo di lasciar soli moglie e figli non partecipava mai alle spedizioni militari. Quando si resero conto della loro debolezza e vollero punire i congiunti che li avevano frenati sul sentiero di Allah, il versetto raccomandò loro l’indulgenza e l’oblio del male ricevuto.
4 «non sono altro che tentazione»: nel senso preciso indicato nella nota precedente al vers.4.