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Di’: «Osservate quello che c’è nei cieli e sulla terra». Ma né i segni né le minacce serviranno alla gente che non crede.

Hamza Roberto Piccardo

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Cos’altro aspettano, se non giorni simili a quelli di coloro che vissero prima di loro? Di’: «Aspettate, sarò con voi tra coloro che aspettano».

Hamza Roberto Piccardo

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Infine salveremo i Nostri messaggeri e coloro che credono. Salvare i credenti è incombenza Nostra.

Hamza Roberto Piccardo

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Di’: «O uomini! Se avete qualche dubbio sulla mia religione, [confermo che] io non adoro quello che voi adorate all’infuori di Allah, ma adoro Allah che vi farà morire. Mi è stato ordinato di essere uno di coloro che credono».

Hamza Roberto Piccardo

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E [mi è stato ordinato]: «Sii sincero nella religione, non essere un associatore 1,

Hamza Roberto Piccardo

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e non invocare, all’infuori di Allah, chi non ti reca né beneficio né danno. Se lo facessi, saresti uno degli ingiusti».

Hamza Roberto Piccardo

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Se Allah decreta che ti giunga una sventura, non c’è nessuno, eccetto Lui, che possa liberartene. E se vuole un bene per te, nessuno può ostacolare la Sua grazia. Egli ne gratifica chi vuole tra i Suoi servi. Egli è il Perdonatore, il Misericordioso.

Hamza Roberto Piccardo

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Di’: «O uomini! vi è giunta la verità da parte del vostro Signore. Chi è sulla Retta Via lo è per se stesso, e chi se ne allontana lo fa solo a suo danno. Io non sono responsabile di voi».

Hamza Roberto Piccardo

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Segui ciò che ti è stato rivelato e sopporta con pazienza, finché Allah giudichi. Egli è il migliore dei giudici.     Giona, profeta di Allah, visse nell’vm secolo avanti Cristo. Le fonti ebraiche, cui si riferiscono anche quelle arabe, ci dicono che era figlio di Amittai e che ricevette dal suo Signore l’ordine di andare a Ninive (Mossul, nell’attuale Iraq), per annunciare l’imminenza del castigo di Allah sulla città. Giona, il cui nome in ebraico significa «colomba», tentò vanamente di sfuggire all’ordine di Allah imbarcandosi su una nave che andava nella direzione opposta. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) scatenò una terribile tempesta e Giona, che confessò di esserne la causa, finì gettato in mare dove fu inghiottito da un grosso pesce (è noto anche con il nome di Dhul-nun: l’uomo della balena). In quel ventre buio ebbe modo di essere rischiarato dalla luce del pentimento e l’Altissimo (gloria a Lui) lo salvò ordinando al pesce di rigettarlo su una spiaggia. Partì allora verso Ninive e, giuntovi, annunciò il castigo di Allah per la miscredenza degli abitanti. Tutta la città prestò fede alle sue parole e persino il re «si alzò dal suo trono, depose il suo mantello, indossò il sacco e si sedette nella cenere» (Giona ni, 6). Il Corano ci informa che il caso della città di Ninive fu l’unico in cui ebbe luogo una contrizione totale e repentina, talmente sincera che Allah perdonò i suoi abitanti e fermò il castigo che stava giungendo. La vicenda rappresenta la stolidità dell’uomo che crede di poter sfuggire al suo Signore e la dimostrazione della misericordia di Allah verso i singoli e verso le comunità che sanno pentirsi e ritornare a Lui.

Hamza Roberto Piccardo

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