ayah
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Luogo della rivelazione
Medina
Rivelata a Medina immediatamente dopo l’Egira, questa sura è la più lunga di tutto il Corano e contiene elementi di grande importanza sia dal punto di vista dottrinale, che da quello giuridico.
L’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di Lui), disse: «Ogni cosa ha il suo culmine, “Al-baqara” è il culmine del Corano». Il suo nome deriva dalla storia raccontata nei verss. 67-73. La tradizione islamica riferisce un detto di ‘Ubayda che disse: «Tra i Figli di Israele un uomo anziano fu ucciso da un parente e portato nottetempo nel territorio di una tribù diversa dalla sua per far ricadere su di essa la responsabilità dell’omicidio». La questione causò gravi incidenti tra le tribù al punto che stava per scoppiare una vera guerra. Qualcuno più sensato disse loro: «Volete uccidervi l’un l’altro quando tra noi c’è un Inviato di Allah?». Si recarono da Mosè (pace su di lui) [affinché indicasse il colpevole]…
(prosegue la storia con il dialogo tra Mosè e la sua gente a proposito dell’ordine di sacrificare la giovenca e delle sue caratteristiche)… ‘Ubayda concluse: «Allah disse loro di colpire il cadavere con una parte della giovenca [la mascella secondo alcuni]. Il morto si alzò e indicò il suo assassino. La giovenca era stata pagata a peso d’oro». Quest’ultimo particolare avvalora l’interpretazione che vede nell’episodio una prova che gli ebrei dovevano superare per dimostrare di aver completamente abbandonato l’idolatria, nella quale erano caduti adorando il Vitello d’oro nel deserto. Oltre a Mosè, nella Sura della Giovenca vengono citati, direttamente o per allusione, altri 9 Profeti: Adamo (di cui viene narrata la creazione nei verss. 30-39), Abramo con i figli Ismaele e Isacco, Samuele, Saul, Davide, Salomone, Gesù (pace su tutti loro) e viene espresso con la massima chiarezza che il Corano non è una «nuova» rivelazione, ma piuttosto la «Rivelazione Ultima» che si ricollega a quelle precedenti per confermarle (vers. 136), per abrogare elementi che avevano solo valore contingente, per ristabilire la purezza del culto in seguito alle deviazioni e alle aberrazioni degli uomini.