Mecca
sura Fatir

ayah

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Luogo della rivelazione

Mecca

Per il musulmano la fede negli Angeli è uno degli articoli della fede. Gli angeli sono creature del mondo «invisibile» («al-ghayb») che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ha creato dalla luce. In arabo il loro nome è «malâ ika» (sing.malak) che deriva da un verbo che significa «mandare un messaggio», come l’equivalente italiano «angelo» deriva dal greco «ȁγγɛλоς»che significa ugualmente nunzio, messaggero. Non è possibile avere percezione della loro presenza se non quando, per volontà di Allah, assumono forma umana o altra forma visibile e comunicano agli uomini i Suoi messaggi. Il primo versetto di questa sura è l’unico, in tutto il Sublime Corano, in cui si fa riferimento ad un particolare «fisico»: le loro ali. L’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) in almeno due occasioni ebbe modo di vedere Gabriele (pace su di lui) nella sua realtà angelica. Dapprima quando scese su di lui la prima rivelazione coranica (sura XCVI, 1-5) e allora vide che la sua figura occupava tutto l’orizzonte, quindi nella notte dell’ascensione al cielo (vedi sura XVII, nota 1). In quell’occasione il Profeta riferì che Gabriele aveva seicento ali e la distanza tra due ali [la loro apertura] era pari a quella che c’è tra il Levante e il Ponente.