ayah
7
Luogo della rivelazione
Mecca
Secondo la grande maggioranza dei commentatori questa sura fu rivelata alla Mecca. Essa è nota anche come «as-sab‘u-1-mathâni» (i sette ripetuti) con riferimento ai suoi sette versetti la recitazione dei quali è obbligatoria nell’assolvimento dell’adorazione rituale (vedi Appendice 2).
La Fâtiha è l’invocazione ad Allah (gloria a Lui l’Altissimo) più nota e sentita. Recitando la prima parte di essa (verss. 1-5) il devoto testimonia la sua fede nell’Unità di Allah (tawhid) qualificandoLo con i Suoi attributi più belli, riconosce la Sua assoluta autorità su questo mondo e sull’Altro, Lo identifica come l’Unico destinatario dell’adorazione e della richiesta di aiuto. Nella seconda parte (verss. 6-7) il musulmano rivolge un accorato appello al suo Signore (gloria a Lui l’Altissimo) affinché lo guidi sulla retta via e lo allontani dalla Sua disapprovazione e da ogni smarrimento.
Abû Hurayra (che Allah sia soddisfatto di lui) riferì che l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: «Allah, Benedetto e Altissimo ha detto: “Ho diviso la Fâtiha in due parti uguali tra Me e il Mio servo, la prima parte Mi appartiene, la seconda è la sua e gli concederò quello che Mi chiede”. Recitate la Fâtiha – proseguì l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). Quando il servo dice: “La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi” Allah dice: “il Mio servo Mi ha lodato!”; quando il servo dice: “il Compassionevole, il Misericordioso”, Allah dice: “il Mio servo Mi esalta”. Quando il servo dice: “Re del Giorno del Giudizio”, Allah dice: “il Mio servo Mi rende gloria”. Quando recita: “Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto”, Allah dice: “questo versetto è tra Me e il Mio servo, gli concederò quello che chiede”. Quando conclude con: “Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato dei Tuoi doni, non di quelli che sono incorsi nella Tua ira, né degli sviati”, Allah dice: “queste parole appartengono al Mio servo e gli concederò quello che chiede”». (Hadith qudsî, plur. «al-ahâdîth al-qudûsiyya» lett. discorso santo. Rivelazioni che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ha dato al Suo Inviato (pace e benedizioni su di lui) senza ordinargli di includerle nel Corano. Questo hadith è riferito dagli Imam Muslim, Tirmîdhî, Abû Dâwud, Ibn Mâja, An Nasâ’î e Mâlik.